
Il Registro Italiano della Chirurgia Laparoscopica della Milza è stato formalmente istituito sotto l’egida della Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie (SICE) nel dicembre 2000.
Coordinatore scientifico nazionale del Registro è stato il Prof. Marco Casaccia, in azione di supporto al Responsabile Nazionale, dott. Paolo Torelli.
L'adesione al Registro è stata su base volontaria. A partire dal 2001, 13 centri specialistici hanno chiesto di partecipare al Registro. Al termine del periodo di raccolta dei dati (ottobre 2007) , avevano contribuito 25 centri di tutto il paese. La raccolta dei dati, inizialmente attraverso questionari, successivamente è stata eseguita utilizzando un database specifico sviluppato in MS Access (Microsoft Corporation , Redmond , WA , Stati Uniti d'America) scaricabile dal sito Web SICE (disponibile all'indirizzo: http://www.siceitalia.com).
Tutti i pazienti trattati con splenectomia laparoscopica in elezione ed in urgenza erano eleggibili allo studio. I pazienti sono stati valutati per dati demografici , indicazioni
operatorie, tipo di approccio chirurgico, la tecnica e le complicanze intra- e post-operatorie. Sono stati raccolti 146 parametri diversi per ogni paziente.
Coordinatore scientifico nazionale del Registro è stato il Prof. Marco Casaccia, in azione di supporto al Responsabile Nazionale, dott. Paolo Torelli.
L'adesione al Registro è stata su base volontaria. A partire dal 2001, 13 centri specialistici hanno chiesto di partecipare al Registro. Al termine del periodo di raccolta dei dati (ottobre 2007) , avevano contribuito 25 centri di tutto il paese. La raccolta dei dati, inizialmente attraverso questionari, successivamente è stata eseguita utilizzando un database specifico sviluppato in MS Access (Microsoft Corporation , Redmond , WA , Stati Uniti d'America) scaricabile dal sito Web SICE (disponibile all'indirizzo: http://www.siceitalia.com).
Tutti i pazienti trattati con splenectomia laparoscopica in elezione ed in urgenza erano eleggibili allo studio. I pazienti sono stati valutati per dati demografici , indicazioni
operatorie, tipo di approccio chirurgico, la tecnica e le complicanze intra- e post-operatorie. Sono stati raccolti 146 parametri diversi per ogni paziente.
Di seguito viene riportato lo schema dei centri afferenti al Registro, il loro contributo numerico di casi e la distribuzione sul territorio italiano (Fig.1-2)
RISULTATI
Un gruppo di 744 pazienti (età media, 42 anni; range, 4-84 anni, sesso M/F 333/343 ) trattati con splenectomia laparoscopica tra il febbraio 1993 e l'ottobre 2007 è stato inserito nel database.
676 interventi sono stati effettuati in elezione mentre 68 (1%) in urgenza per trauma.
Le indicazioni all'intervento sono riportate di seguito nella figura 3.
Un gruppo di 744 pazienti (età media, 42 anni; range, 4-84 anni, sesso M/F 333/343 ) trattati con splenectomia laparoscopica tra il febbraio 1993 e l'ottobre 2007 è stato inserito nel database.
676 interventi sono stati effettuati in elezione mentre 68 (1%) in urgenza per trauma.
Le indicazioni all'intervento sono riportate di seguito nella figura 3.
Nelle fig. 4-6 vengono riportate nel dettaglio le indicazioni in caso di patologia ematologica benigna (porpore ed anemie) e maligna (malattie linfoproliferative)
I dati riguardanti la tecnica operatoria, gli strumenti utilizzati, i dati post-operatori, le complicanze e la mortalità sono consultabili nella sezione "PRESENTAZIONI" (acoi)
La stretta e pluriennale collaborazione dei 25 centri italiani ha portato, grazie alla costituzione del Registro, alla creazione del database più importante nel panorama mondiale per ciò che riguarda la numerosità del campione.
L'analisi dei dati raccolti (ben 146 per ogni paziente) ha consentito di evidenziare i parametri predittivi per lo sviluppo di complicanze postoperatorie e di conversione laparotomica dell'intervento.
La serietà della raccolta e la validità dell'analisi statistica effettuata ha permesso la divulgazione di tali dati su riviste scientifiche di alto impatto quali Annals of Surgery e Surgical Endoscopy.
Qui di seguito sono allegati gli articoli pubblicati di maggior rilievo legati al Registro Italiano.
L'analisi dei dati raccolti (ben 146 per ogni paziente) ha consentito di evidenziare i parametri predittivi per lo sviluppo di complicanze postoperatorie e di conversione laparotomica dell'intervento.
La serietà della raccolta e la validità dell'analisi statistica effettuata ha permesso la divulgazione di tali dati su riviste scientifiche di alto impatto quali Annals of Surgery e Surgical Endoscopy.
Qui di seguito sono allegati gli articoli pubblicati di maggior rilievo legati al Registro Italiano.
Centri aderenti al Registro Italiano:
M. Casaccia, U. Valente (Dipartimento di Chirurgia Generale e Trapianti, Ospedale San Martino, Universita`di Genova); G. Spinoglio (Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio, Alessandria); F. Prete (Universita` di Bari); G. Logrieco (Ospedale Generale Regionale “F. Miulli,” Acquaviva delle Fonti [Bari]); F. Buccoliero, R. Berta (Ospedale Bufalini, Cesena); I. Donini, A. Donini (Ospedale S. Anna, Universita` di Ferrara); A.Valeri, P. Prosperi (Ospedale “Careggi,” Firenze); M. Saviano, R.Gelmini (Policlinico di Modena, Universita` di Modena); F. Uggeri, R. Caprotti, F. Romano (Ospedale S.Gerardo, Monza [Milano], II Universita` di Milano); G. Colecchia, E. Monteferrante
(Ospedale Civ. Spirito Santo, Pescara); C. Pedrazzoli, L. Bigi, I. M.Barbieri (Arcispedale Maria Nuova, Reggio Emilia); A. Moraldi, A. Dallatorre (Ospedale “S. Giacomo,” Roma); N. Basso, G. Silecchia (U.O.C. Patologia Chirurgica VII, Universita` degli Studi “La Sapienza,” Roma); R. Rosati, S. Bona (U.O.di Chirurgia Generale e Mini-Invasiva, Istituto Clinico Humanitas. Rozzano [Milano]); P.Cavaliere (Ospedale “S. Paolo,” Savona); F. Bresadola, G. Terrosu (Policlinico Universitario Pugo, Udine); F. Mosca, A.
Pietrabissa (Chir. Gen. e Trapianti, Ospedale Cisanello, Universita` degli Studi di Pisa); V. Memeo, F. Puglisi (Chir. Trapianti Fegato, Universita`di Bari); R. Dionigi, A. Benevento, L. Boni (Chirurgia Generale Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Universita` degli Studi
dell’Insubria, Varese); A. Liboni, C. Feo (Sezione di Chirurgia Generale, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e Radiologiche, Universita` di Ferrara); F. Borghi, P. Geretto (S.C. Chirurgia Generale, ASO S. Croce e Carle, Cuneo); P. Torelli (Chirurgia Generale ad Indirizzo Mininvasivo, Ospedale di Sanremo); R. Moroni, M. Sorrentino (U.O.S. Chirurgia Laparoscopica e dell’Obesita`, Ospedale Marino, Cagliari); P. di Sebastiano, A. Ambrosio (UOC Chirurgia I Addominale, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza—IRCCS San Giovanni Rotondo [Foggia]); and G. M. Verdecchia, D. Cavaliere (U.O. Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate, Ospedale “G.B. Morgagni—L. Pierantoni,” Forlì).